E' davvero incredibile che oggi anche le serie televisive facciano pena. Non c'è bisogno di investimenti mostruosi come nel cinema, e neanche di una regia d'autore, ma solo di qualche buon attore, una trama e una sceneggiatura. Evidentemente è chiedere troppo.
L'unica serie attualmente in corso (in onda su AXN) che sarebbe un errore perdersi è Breaking Bad. Creata dalla mente di Vince Gilligan (autore di X-Files), giunta alla sua terza stagione è stata vincitrice di 2 Emmy Award e 2 Writer's Guild Award, ed è indubbiamente la miglior "crime serie" dai tempi di Oz e dei Sopranos.
Nel 1984 un Freddy Mercury in vestaglia e autoreggenti cantava I want to break free, esternando così il proprio desiderio di libertà sessuale. Breaking Bad invece parla di una necessità. Quella di diventare cattivo. Molto cattivo.
In questa serie infatti, a cambiare radicalmente la sua vita è Walter (Bryan Cranston), timido professore di chimica in un liceo del New Mexico che scopre di avere un cancro allo stadio terminale. Al dolore, si aggiunge la paura di lasciare la propria famiglia senza alcun tipo di sicurezza economica, cosa che lo porta a sfruttare le sue conoscenze in chimica per rompere con un passato piatto e conformista e intraprendere una seconda vita segreta, che lo vede produttore e spacciatore di cristalli di metamfetamina in compagnia di un suo ex alunno.
La lenta ma inesorabile trasformazione da uomo comune a criminale senza scrupoli viene affrontata magistralmente nei tempi e sopratutto nei modi, con crudezza e senza moralismi, lasciando sempre al pubblico la scelta di perdonare o meno le azioni del protagonista.